La Convenzione di Istanbul compie 10 anni

  • Data: 13.05.21
  • Autore: Coordinatrice CAV Malala ATS Galatina- Dott.ssa Paola Gabrieli
La Convenzione di Istanbul  compie 10  anni

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La Convenzione di Istanbul, il trattato internazionale che ha segnato un cambiamento fondamentale sul piano giuridico e culturale nella definizione della violenza di genere, compie dieci anni. Firmato nel 2011 in Turchia il manifesto ha favorito un approccio olistico al problema della violenza, incentrandolo su “Prevenzione, Protezione e Punizione”.

A oggi, sono 34 i Paesi che l’hanno ratificata e 12 gli Stati che l’hanno solo firmata. Tra adesioni, tentennamenti e passi indietro, gli effetti della Convenzione nei 10 anni appena trascorsi sono stati visibili in diverse parti del mondo ma non sono abbastanza, anche nel nostro paese.

A tal proposito, la Conferenza Nazionale svoltasi presso il Senato della Repubblica il 10 maggio, sul “Ruolo dell'università nel contrasto alla violenza di genere" organizzata dalla Commissione di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere e da “Università in Rete contro la violenza di genere”, ha messo in luce che, sebbene in questo decennio si sia fatto molto, i dati attestano una realtà allarmante.

Gli omicidi sono in calo e ai minimi storici, ma non diminuiscono le donne uccise. Continua la mattanza: una donna ogni tre giorni è vittima di femminicidio, per nove donne su dieci, l'assassino non ha bisogno di bussare alla porta perché ha già le chiavi di casa, per sette donne su dieci ha il volto di un marito, un compagno, un fidanzato ed oltre duemila sono gli orfani di madri che non ci sono più. Il Codice rosso pur essendo un dispositivo valido non ha creato condizioni migliori per le donne che vivono situazioni di violenza. La narrazione della violenza di genere continua a d essere pervasiva e discriminatoria, dolore e solitudine sono una costante nella vita di molte donne e dei propri figli anche nel nostro territorio.

Al fenomeno della violenza di genere non corrisponde in maniera significativa, un fronteggiamento sinergico unitario a valenza culturale da parte di tutti i sistemi istituzionali resistenti a giudizi, pregiudizi e stereotipi fortemente radicati e trasversali in tutte le maglie del sistema Preventivo, di Protezione e di Punizione.

Per questo, la Commissione Parlamentare in collaborazione con le Università in Rete contro la Violenza di Genere (UN.I.RE) ha voluto riunire virtualmente gli alleati strategici delle donne, veri e propri incubatori di cambiamento che svolgono un ruolo determinante per contrastare il fenomeno ancora tanto sommerso. I partecipanti alla Conferenza Nazionale sono concordi nell’affermare che la lotta alla violenza di genere va contrasta non solo con il diritto, con la giustizia e con la punibilità certa, ma diviene fondamentale assumere attraverso percorsi universitari e scolastici, un atteggiamento culturale sistemico e proattivo che rappresenta la vera forza per contrastare l'indifferenza, il pregiudizio e gli stereotipi di genere della nostra cultura fortemente patriarcale e discriminatoria.

Per decostruire gli stereotipi e cambiare la cultura servono tempi lunghi ma è questa l'unica strada percorribile a valenza preventiva. Un percorso che punta sulla formazione di tutti gli attori coinvolti nel fenomeno della violenza di genere e assistita che parte dalle radici. Ed è nel sistema scolastico di ogni ordine e grado il compito di decostruire gli stereotipi attraverso la riprogrammazione dei libri di testo e di un approccio per una didattica applicata e attiva.

Frenare il fenomeno della violenza è possibile ma deve diventare “il tema dell'agenda politica”.

Coordinatrice CAV Malala ATS Galatina

Paola Gabrieli

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